Definizione
Sia f(x) una funzione continua e t una generica retta, si dice che t è asintoto obliquo di f(x) se, per x→∞" role="presentation" style="position: relative;">x→∞ la distanza tra la funzione e la retta tende a zero, ovvero -applicando la definizione di distanza di un punto da una retta- se
limx→∞|f(x)−mx−q|1+m2=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞|f(x)−mx−q|1+m2−−−−−−√=0
Esempio
Nel grafico raffigurato, la funzione
y=x2+3x−1x+1" role="presentation" style="position: relative;">y=x2+3x−1x+1 verso l'infinito, si avvicina sempre di più alla retta di equazione y=x+2" role="presentation" style="position: relative;">y=x+2, ovvero la distanza PH tende a zero.
Si dice che la retta è asintoto obliquo della funzione.
Ricerca dell'asintoto obliquo
La ricerca dell'asintoto obliquo si fa esclusivamente quando la funzione, tendente a infnito, ha un limite infinito, ovvero se e soltanto se
limx→∞f(x)=∞" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞f(x)=∞
In questo caso, potrebbero esserci infatti asintoti obliqui nella forma
y=mx+q.
Il nostro scopo, adesso, è quello di cercare, se esistono, i valori di m e q.
La ricerca del coefficiente angolare m
Per calcolare il coefficiente angolare riprendiamo al relazione
limx→∞|f(x)−mx−q|1+m2=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞|f(x)−mx−q|1+m2−−−−−−√=0
Adesso, poiché
1+m2" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">1+m2−−−−−−√
è un numero, può essere facilmente eliminato: il limite di una frazione, con denominatore
≠0" role="presentation" style="position: relative;">≠0, è zero infatti quando il numeratore è zero. Con questa premessa, possiamo togliere anche il valore assoluto, visto che non si tratta di una quantità negativa.
Possiamo riscrivere, senza perdere di generalità
limx→∞f(x)−mx−q=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞f(x)−mx−q=0
Adesso, se è vera questa equazione, a maggior ragione è vera questa (infatti
0∞=0" role="presentation" style="position: relative;">0∞=0 )
limx→∞f(x)−mx−qx=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞f(x)−mx−qx=0
Abbiamo quindi potuto dividere per x senza problemi, lasciando l'uguaglianza vera.
Adesso
distribuiamo il denominatore
limx→∞(f(x)x−m−qx)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞(f(x)x−m−qx)=0
Da cui, essendo
limx→∞(m)=m" role="presentation" style="position: relative;">limx→∞(m)=m e
limx→∞qx=0" role="presentation" style="position: relative;">limx→∞qx=0, si deduce che:
limx→∞(f(x)x−m)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞(f(x)x−m)=0
Ovvero,
m=limx→∞(f(x)x)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">m=limx→∞(f(x)x)=0
Calcolo di q
Per calcolare q utilizziamo la relazione ricavata in precedenza:
limx→∞f(x)−mx−q=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞f(x)−mx−q=0
Poiché
limx→∞q=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞q=q
ossiamo riscrivere la relazione come
limx→∞f(x)−mx=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx→∞f(x)−mx=q
che è la formula che volevamo trovare.
Riepilogo
Se esistono finiti i limiti
m=limx→∞(f(x)x)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">m=limx→∞(f(x)x)=0
q=limx→∞f(x)−mx=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">q=limx→∞f(x)−mx=q
e
m≠0" role="presentation" style="position: relative;">m≠0 allora y=mx+q è
asintoto obliquo della funzione f(x).