Elementi di analisi: gli asintoti obliqui - Spiegazione

Quando una funzione tendente a infinito, ha come limite infinito, allora può darsi che i suoi valori si avvicinino sempre di più a quelli di una retta. Viene chiamata "asintoto obliquo" dal greco a-sym-ptōtos: "che mai si tocca".

Definizione

Sia f(x) una funzione continua e t una generica retta, si dice che t è asintoto obliquo di f(x) se, per x" role="presentation" style="position: relative;">x la distanza tra la funzione e la retta tende a zero, ovvero -applicando la definizione di distanza di un punto da una retta- se

limx|f(x)mxq|1+m2=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx|f(x)mxq|1+m2=0

Esempio

Nel grafico raffigurato, la funzione
y=x2+3x1x+1" role="presentation" style="position: relative;">y=x2+3x1x+1 verso l'infinito, si avvicina sempre di più alla retta di equazione y=x+2" role="presentation" style="position: relative;">y=x+2, ovvero la distanza PH tende a zero.
Si dice che la retta è asintoto obliquo della funzione.

Ricerca dell'asintoto obliquo

La ricerca dell'asintoto obliquo si fa esclusivamente quando la funzione, tendente a infnito, ha un limite infinito, ovvero se e soltanto se

limxf(x)=" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxf(x)=
In questo caso, potrebbero esserci infatti asintoti obliqui nella forma y=mx+q.

Il nostro scopo, adesso, è quello di cercare, se esistono, i valori di m e q.

La ricerca del coefficiente angolare m

Per calcolare il coefficiente angolare riprendiamo al relazione

limx|f(x)mxq|1+m2=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx|f(x)mxq|1+m2=0
Adesso, poiché
1+m2" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">1+m2
è un numero, può essere facilmente eliminato: il limite di una frazione, con denominatore 0" role="presentation" style="position: relative;">0, è zero infatti quando il numeratore è zero. Con questa premessa, possiamo togliere anche il valore assoluto, visto che non si tratta di una quantità negativa.

Possiamo riscrivere, senza perdere di generalità

limxf(x)mxq=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxf(x)mxq=0
Adesso, se è vera questa equazione, a maggior ragione è vera questa (infatti 0=0" role="presentation" style="position: relative;">0=0 )
limxf(x)mxqx=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxf(x)mxqx=0
Abbiamo quindi potuto dividere per x senza problemi, lasciando l'uguaglianza vera.
Adesso distribuiamo il denominatore
limx(f(x)xmqx)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx(f(x)xmqx)=0
Da cui, essendo limx(m)=m" role="presentation" style="position: relative;">limx(m)=m e limxqx=0" role="presentation" style="position: relative;">limxqx=0, si deduce che:
limx(f(x)xm)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limx(f(x)xm)=0
Ovvero,
m=limx(f(x)x)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">m=limx(f(x)x)=0

Calcolo di q

Per calcolare q utilizziamo la relazione ricavata in precedenza:

limxf(x)mxq=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxf(x)mxq=0
Poiché
limxq=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxq=q
ossiamo riscrivere la relazione come
limxf(x)mx=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">limxf(x)mx=q
che è la formula che volevamo trovare.

Riepilogo

Se esistono finiti i limiti

m=limx(f(x)x)=0" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">m=limx(f(x)x)=0
q=limxf(x)mx=q" role="presentation" style="text-align: center; position: relative;">q=limxf(x)mx=q
e m0" role="presentation" style="position: relative;">m0 allora y=mx+q è asintoto obliquo della funzione f(x).

Data di pubblicazione: 12 April 2023

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